Renato Pozzetto: “A 80 anni mi diverto ancora, vorrei solo riuscire a sognare mia moglie”

L'attore spegne ottanta candeline e si racconta al Corriere, dal sodalizio con Cochi al rapporto con i nipoti

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Un primo piano di Renato Pozzetto
Renato Pozzetto (foto: Twitter @vitaindiretta)

Il 14 luglio del 2020 è una data speciale per Renato Pozzetto: l’attore che ha segnato la comicità nazionale con il suo umorismo esilarante e surreale compie 80 anni. Nato nel 1940 a Laveno-Mombello, piccolo comune in provincia di Varese, Pozzetto ha formato un duo storico con Cochi Ponzoni e dagli anni ’80 è diventato una delle stelle più brillanti della nuova commedia all’italiana.

Renato Pozzetto oggi: 80 anni alla grande

Le ottanta candeline non spaventano Renato, anzi. “Mi diverto di giorno e di notte – rivela in un’intervista al Corriere della Sera – però vorrei sognare mia moglie, non è mai successo”.

Pozzetto è stato sposato con Brunella Gubler dal 1967 al 2009, anno della sua scomparsa. Un amore lungo una vita, interrotto all’improvviso dalla malattia, quando l’attore era in tournée teatrale. “Era molto spiritosa – racconta Pozzetto –. Avevamo 16 anni. È stato un grande amore, durato fino a 10 anni fa, quando è mancata. Lei non era affascinata dal cinema e questo mi ha aiutato. Non è mai voluta venire a Roma, mi ero organizzato con una casa sui Fori Imperiali, ma ha chiesto di restare a Milano vicino alla madre”.

Una parte fondamentale della vita di Renato è legata all’amicizia con Cochi, col quale ha rivoluzionato il cabaret milanese degli anni ’60 e trovato il successo in televisione. “Per anni – ricorda Pozzetto – non ci distinguevano uno dall’altro. Quando nacque mia figlia Francesca, l’infermiera uscì dalla sala parto gridando: è nata la figlia di Cochi e Renato”.

Un primo piano di Renato Pozzetto
Renato Pozzetto (foto: Twitter @vitaindiretta)

Renato Pozzetto, moglie sempre al centro dei suoi pensieri

Pozzetto ha due figli, Giacomo e Francesca. Il rapporto con loro è fantastico, mentre con i nipoti comincia a farsi sentire il divario generazionale. “Mi filano poco – ammette l’attore –. Sono educati, ma indipendenti. Li vedo sempre, ma hanno i loro giochi, l’Ipad. Sanno chi sono e cosa ho fatto? Non ne parlano mai, non mi chiedono niente. Sono talmente lontano dalla moda oggi, che non sono un esempio invidiabile ai loro occhi”.

Lui con suo padre ha avuto alti e bassi: il babbo era una persona severa. Figlio di una coppia di lavoratori, Renato ha vissuto un’infanzia difficile negli anni dei bombardamenti e degli sfollati che fuggivano da Milano. Non senza momenti di tenerezza. “Una mattina, quando da Gemonio faceva il pendolare con Milano, ho sentito che mio padre mi dava un bacio nel sonno – ricorda il comico –. Mi sono stupito, non mi aveva mai baciato. Mi è piaciuto moltissimo e ho voluto convincermi che lo facesse tutte le mattine”.

Negli ultimi tempi Renato ha centellinato le sue apparizioni in tv e al cinema: le ultime sono state con Lodo Guenzi e Lo Stato Social al Festival di Sanremo di due anni fa e con Cochi a Che fuori tempo che fa.